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Lui & Lei

Incontro (inaspettato) sul treno


di Membro VIP di Annunci69.it gioflusso
29.09.2024    |    94    |    0 6.0
"Non sono più solo”, risposi, cercando di mantenere una parvenza di umorismo, anche se il mio viso era ancora in fiamme dall'imbarazzo..."
Era una di quelle giornate interminabili. Il treno correva veloce, e io ero incastrato tra la monotonia del viaggio e il rumore costante delle rotaie. Guardavo fuori dal finestrino, cercando di distrarmi, quando una notifica mi fece sobbalzare. Era lei, la ragazza che avevo conosciuto su Tinder qualche giorno prima. Avevamo iniziato a scriverci la sera stessa, scambiandoci messaggi sempre più espliciti. L'attrazione era immediata, sebbene solo virtuale.

Quel giorno, la conversazione era diventata più intensa del solito, e lei aveva proposto qualcosa che non mi aspettavo: "Che ne dici di fare una videochiamata? Mi piacerebbe vederti… ora."

Non potevo dire di no. L'idea mi elettrizzava e, senza pensarci troppo, mi alzai dal sedile e mi diressi verso il bagno del treno. Era uno di quei bagni piccoli, angusti, ma non m’importava. Volevo solo un po’ di privacy. Misi le cuffie insonorizzate per non disturbare nessuno e mi chiusi dentro. Il cuore mi batteva forte mentre accettavo la videochiamata.

Lo schermo del mio telefono si illuminò, e lì, davanti a me, c’era lei. Bellissima, con un sorriso malizioso, già avvolta in un'atmosfera di desiderio che non aveva bisogno di parole. Si mosse piano, e in pochi secondi iniziai a vedere le sue mani che scivolavano lentamente sulla sua pelle, accarezzandosi. La mia mente ormai era totalmente focalizzata su di lei, sul modo in cui i suoi occhi si chiudevano lentamente, persa nel suo piacere.

Io ero al culmine. Il piccolo spazio del bagno sembrava svanire, insieme al mondo esterno. Il treno continuava a correre, ma nella mia testa c’era solo lei. Mi ero completamente lasciato andare, senza alcuna inibizione. Le sue mani si muovevano sempre più velocemente, e il suo respiro era diventato un sussurro caldo che mi faceva vibrare attraverso le cuffie. Mi sentivo connesso a lei in un modo che non avevo mai sperimentato prima.

Poi, senza alcun preavviso, la porta del bagno si spalancò.

Il controllore del treno, con l’aria annoiata di chi ha visto tutto nella vita, mi guardava dall’ingresso. Per un attimo, il tempo sembrò congelarsi. Ero lì, ancora con il telefono in mano, le cuffie ben piantate nelle orecchie, e... il mio imbarazzo tra le mani, letteralmente. La ragazza dall’altro lato dello schermo era ignara di tutto, ma io ero pietrificato.

"Controllo biglietti..." disse il controllore, la voce monotona che sembrava priva di ogni emozione, ma i suoi occhi raccontavano un’altra storia.

Non sapevo cosa fare. Cercai di riaggiustarmi alla meglio, ma era ormai troppo tardi. Lui aveva visto tutto, e il mio volto si colorò di un rosso imbarazzante. L’unica cosa che riuscii a fare fu tirare su i pantaloni con una rapidità che nemmeno pensavo fosse possibile, cercando di mantenere una parvenza di dignità.

"Biglietto?" ripeté il controllore, senza nemmeno sforzarsi di nascondere il sorriso che cercava di trattenere.

Con la mano tremante, afferrai il biglietto dal taschino della giacca e glielo mostrai, evitando il suo sguardo come se potesse bruciarmi vivo.

Finalmente, dopo un’eternità che durò solo pochi secondi, il controllore fece un cenno con la testa e chiuse la porta. Io rimasi lì, ancora incredulo per quello che era appena successo, il cuore che batteva all'impazzata, e la ragazza dall’altro lato dello schermo che rideva piano, intuendo forse la situazione.

"È successo qualcosa?" mi chiese, mordendosi il labbro con una risatina complice, come se fosse parte del gioco.

“Diciamo che... non sono più solo”, risposi, cercando di mantenere una parvenza di umorismo, anche se il mio viso era ancora in fiamme dall'imbarazzo.

Ci salutammo con un bacio virtuale e chiusi la chiamata, cercando di riprendermi. Mentre mi sistemavo i vestiti e mi preparavo a tornare al mio posto, mi resi conto che quel viaggio sul treno sarebbe stato impossibile da dimenticare. Non solo per l’incontro virtuale travolgente, ma per quell’improvvisa comparsa che aveva spezzato il momento più intimo con una scena degna di un film tragicomico.

E mentre tornavo al mio posto, cercando di evitare lo sguardo del controllore per il resto del viaggio, non potei fare a meno di ridere sottovoce. Era una di quelle storie che non avrei mai potuto raccontare a nessuno senza arrossire di nuovo, ma che avrei ricordato per sempre.

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